IL FU MATTIA PASCAL – L’uomo che visse due volte di Luigi Pirandello

Drammaturgia Alberto Oliva e Mino Manni
Regia Alberto Oliva
con Mino Manni, Marco Balbi, Letizia Bravi, Alessandro Castellucci, Gianna Coletti

Scenografia e costumi Maria Paola di Francesco
Assistenti alla regia Cristina Garavaglia e Michela Tosi

PRODUZIONE Teatro De Gli Incamminati – I Demoni
DEBUTTO Teatro Litta, Milano – 10 gennaio 2019

  “Siamo io e l’ombra mia qua sulla Terra e me la sono portata a spasso quest’ombra di qua di là, continuamente”.

In questo grande romanzo sulla crisi dell’identità, Pirandello mette in campo temi a noi molto cari, su tutti il desiderio di cambiare identità, di avere una seconda possibilità dalla vita, che ci consenta di cancellare tutto il passato e ricominciare da zero una nuova esistenza.

È il sogno di azzerare la memoria e ripartire, più leggeri e liberi dal fardello di quello che è accaduto prima, ma forti di una coscienza di vita, un’esperienza e un vissuto che ci consentano di non commettere più gli stessi errori con le loro tragiche conseguenze.

È anche il gioco dei bambini, quel “facciamo che io ero…” che li proietta in altri mondi, di cui sono creatori e sovrani, un esercizio della fantasia che purtroppo si scontra con la realtà al momento della crescita e toglie la libertà di immaginarsi altrove, magari più felici.

Mattia Pascal è un Giocatore nel senso che ogni scelta che compie è un azzardo, dall’amore alla paternità, fino alla fuga da se stesso in un’altra identità, quella di Adriano Meis, che sarà destinata al fallimento. La riflessione sul Doppio e sulla maschera – tipica di Pirandello –   arriva in questo testo al tentativo estremo di Mattia di “suicidare” Adriano, in una girandola esistenziale fatta di esaltazione e perdizione, che si dipana attraverso scene di grande efficacia teatrale condite dal tipico umorismo pirandelliano, capace di andare alle radici delle nevrosi dell’uomo contemporaneo senza perdere il sano e lucido distacco della ragione.

“L’uomo che visse due volte” potrebbe essere il sottotitolo dello spettacolo, per evidenziare un rimando con il film di Hitchcock, il cui taglio noir è molto affine al nostro immaginario.

 

INTERVISTA A MINO MANNI E ALBERTO OLIVA

“Il mondo è fatto di ombre, questa ovviamente è la nostra interpretazione dello spettacolo e del mondo di Mattia Pascal. Abbiamo scelto questo codice del teatro e delle ombre per raccontare la prima vita di Mattia Pascal in cui si sente intrappolato in una specie di teatrino in cui è prigioniero.”

Andrea Simone – teatro.online

 

Al Teatro Litta “Il fu Mattia Pascal”

“In scena c’è un grande cilindro di seta bianca, capace di catturare le ombre e le luci come una lanterna magica, attraverso cui si possono costruire mondi immaginari e provare a viverci dentro, cullandosi nell’illusione che quella sia la vita vera.”

milano.repubblica.it

 

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