ENRICO IV di Luigi Pirandello

Regia Alberto Oliva
con Mino Manni

e con Davide Lorenzo Palla, Giancarlo Latina,
Daniele Nuotolo, Sonia Burgarello
Disegno luci Fulvio Melli
Scene Alessandro Chiti
Costumi Marco Ferrara

Foto di scena e immagini scenografia Valentina Bianchi

Musiche originali Bruno Coli
Aiuto regia Anna Carollo

PRODUZIONE Litta_Produzioni / Il Contato – Teatro Giacosa di
Ivrea / I Demoni
DEBUTTO Teatro Litta, Milano – 21 gennaio 2014

Con Enrico IV di Luigi Pirandello il giovane regista Alberto Oliva prosegue un percorso di esplorazione dei grandi autori teatrali.

Il protagonista del testo preferisce ricercare proustianamente il tempo passato, volgersi all’indietro per provare a vivere in un’epoca il cui destino è già scritto, in cui può isolarsi e perdersi, ma anche osservare con malizia la stupida vanità dei propri contemporanei che lo circondano, ridicolmente travestiti da buffoni. Non agisce, guarda gli altri vivere e ride della loro inadeguatezza.

Colpito da un trauma fisico da cui si è risvegliato, Enrico IV si accorge di essere solo e abbandonato, e decide di intraprendere un viaggio mistico alla ricerca di se stesso. La conoscenza attraverso la sofferenza sublima questo piccolo borghese del Novecento fino alle altezze di un personaggio da tragedia greca, ma è tutto un inganno, una finzione costruita ad arte, un’illusione.

Un sogno. Lo spettacolo prenderà vita nella sua stessa testa e sarà impossibile capire cosa sia reale e cosa immaginario, fino a che punto il personaggio finga di non rendersi conto della verità dei fatti e quanto davvero non si accorga di quel che gli si agita intorno. Afferma il regista:

“Tutto il mio viaggio nell’interpretazione di questo testo comincia con questa battuta: “Io penso, Monsignore, che i fantasmi non siano altro in fondo che piccole scombinazioni dello spirito: immagini che non si riesce a contenere nei regni del sonno: si scoprono anche nella veglia, di giorno; e fanno paura. Io ho sempre tanta paura, quando di notte me le vedo davanti – tante immagini scompigliate, che ridono. Ho paura talvolta anche del mio sangue che pulsa nelle arterie come, nel silenzio della notte, un tonfo cupo di passi in stanze lontane…”

 

 

Enrico IV

“Bravissimi tutti gli interpreti… La scenografia è il perfetto altare nel quale si compie questo rituale sociale d’ipocrisia… Altro tocco di classe: le musiche originali… questa regia risulta affascinante e riuscitissima”.

Emanuela Mugliarisi – teatro.persinsala.it

 

Un Enrico IV “originale” sul palco del Litta di Milano

“Partendo da un capolavoro di Pirandello, Alberto Oliva ne fa un capolavoro parallelo … ottima la prova di Mino Manni… scenografia e luci di grande impatto insieme alle musiche”.

Sebastiano Di Mauro -2righe.com

 

Enrico IV – Teatro Litta (Milano)

“La rappresentazione è giocata sulla forza espressiva delle immagini, rese significanti tanto quanto la parola. Le luci (Fulvio Melli) riescono a creare un’atmosfera lugubre e soffocante e, insieme alle suggestive musiche di Bruno Coli, immergono in una dimensione onirica e allucinatoria, come se tutto avvenisse nella sola mente di Enrico IV. Davvero notevoli i giovani attori, che ruotano, con elevate qualità mimiche e interpretative, attorno all’eccellente prestazione di Mino Manni, in grado di restituire tutta la dolorosa profondità del proprio personaggio e di raggiungere momenti di verità davvero intensi. Da vedere!”

Serena Lietti – saltinaria.it

 

Le maschere di Alberto Oliva per l’Enrico IV

“Originali i costumi delle maschere (del talentuoso Marco Ferrara) che sottolineano con eleganza la plasticità dei movimenti degli attori. E bello anche che a portare la maschera siano coloro che
so…no ciò che sono, a sottolineare che “seguitiamo a fissarci tutti nel bel concetto di noi stessi”, mentre a non portarla è proprio Enrico, l’unico che non è ciò che è, che sa di non esserlo, che finge di esserlo, e che mette in guardia “guai a chi non sa portare la sua maschera”.

Barbara D’Incecco – ilgiornaleoff.ilgiornale.it

 

Enrico IV

“L’impossibilità di cogliere la realtà è il leitmotiv della lettura di Oliva, che si incrocia col tema della follia (peraltro, in Pirandello, sempre ambigua, incerta) e con l’uso della maschera, trasparente metafora di una realtà che non vuol lasciarsi svelare.”

Claudio Facchinelli – stratagemmi.it

 

ENRICO IV DI PIRANDELLO AL TEATRO LITTA DI MILANO

“Uno spettacolo interessante, che vede un valido Mino Manni, nei panni del protagonista, alternare momenti di follia a quelli di una presunta lucidità. Una scelta registica coraggiosa, che riesce a suscitare un dubbio sulla capacità di discernimento dell’uomo: la normalità è un dato oggettivo o solo un relativo punto di vista?”

Claudio Elli – puntoelineamagazine.it

 

Pirandelliana ‘lampa’ di Enrico IV

“Quel che c’è di precipuo, in quest’allestimento sono alcune idee vincenti. L’utilizzo delle maschere, anzitutto, dietro cui nascondere quella falsa corte di buffoni spaventati, le cui fattezze fisse e stereotipate diventano stigma della falsità delle convenzioni sociali. Si gingillano, nei loro abiti, ed ancor più in quelli con cui ulteriormente si ricoprono, all’apparir del sire”.

Francesca Romana Lino – platealmente.it

 

Enrico IV visto al Litta
“Quando si apre il sipario non si può non rimanere estasiati.” Come ti poni davanti a Pirandello? «Credo che sia tempo di provare a far…e un passo in più, storicizzare e superare Pirandello,
attraverso di lui e il suo magistero. Oggi sento che non ha più senso riproporre i suoi testi così come lui li ha scritti, anche perché i suoi grandi temi, per allora dirompenti, oggi sono per noi pane
quotidiano, che abbiamo già studiato, analizzato e digerito anche attraverso chi li ha criticati dopo di lui. Dobbiamo rileggerlo attraverso questi cento anni di distanza». Valeria Prina – spettacolinews.it

 

ENRICO IV: IL RE SI METTE A NUDO – LETTERALMENTE – MA NON SI SVELA

“Quello curato da Oliva è uno spettacolo solido, ben costruito, che rivela nell’impianto e nei dettagli la maturità raggiunta dal giovane regista… La scenografia, le luci e i costumi sono perfettamente
calibrati… sul testo, così che ne risulta un allestimento classico, nel senso più nobile del termine (peraltro chi scrive conosce solo valori positivi del termine)”. Con “un superlativo Mino Manni che si
è meritato i più calorosi applausi del folto pubblico”.

Saul Stucchi – alibionline.it

 

La deformata realtà della follia vista, secondo Alberto Oliva, dalla mente malata di Enrico IV

“In un’ora e quaranta senza intervallo, l’assunto di Oliva è realizzato, sperimentato diremo dunque, con efficace e suggestivo utilizzo di esasperati suoni “mentali”, fra dissonanze e turbinio di decibel.
Le scene di Alessandro Chiti, come paratie che si aprono scoprendo altri anfratti mentali, sono decisamente belle”.

Paolo Paganini – lospettacoliere.it

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