GARIBALDI, AMORE MIO di Maurizio Micheli

Regia Alberto Oliva
con Mino Manni e Enrico Ballardini
Scene e costumi Francesca Pedrotti
Musiche originali Bruno Coli

PRODUZIONE Teatro Giacosa Ivrea
DEBUTTO Teatro Giacosa, Ivrea – 9 dicembre 2010

 

 

Sei nato povero, ma morirai regina“. Così recita la bizzarra profezia sul destino del protagonista di questo monologo brillante, in cui l’impresa dei Mille viene rievocata con un’ironia intelligente, che sdrammatizza la Storia, rovesciandone i luoghi comuni.

Giosuè Borghini non è come tutti gli altri uomini di Garibaldi, perché lui alla guerra non ci pensava proprio, e fra i Mille ci finisce solo per un brutto scherzo dei suoi amici di Senigallia, che, siccome è omosessuale, per prendersi gioco di lui lo danno in pasto a quelli che “forse non sono proprio dei briganti, ma di certo sono fuori di senno, parlano solo e sempre di patria, di Italia unita, di cacciar via lo straniero, di sacri confini”… Si preannuncia un incubo per il povero Giosuè, costretto a imbracciare un fucile e a mostrarsi più maschio dei maschi in mezzo alla sporcizia e alle salve dei cannoni. Finché un giorno, nella campagna vicino a Marsala, il generale Garibaldi in persona affida proprio a lui una missione speciale: procurargli delle uova fresche per la cena.

Da quel momento per Giosuè Borghini da Senigallia inizia la gloriosa carriera di cuoco personale del Generalissimo. Giosuè si innamora segretamente di Garibaldi e trova lo scopo di tutta una vita nel preparargli piatti prelibati ogni giorno, nonostante le ristrettezze del momento.

 

 

Il Teatro Libero riapre con Garibaldi Amore Mio

Nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia parlare di Garibaldi e dei Mille appare inevitabile, ma la piéce in questione lo fa discostandosi dalla tradizione. Lo fa dando la parola a uno dei Mille, molto lontano dalla iconografia a cui la scuola e la Storia ci hanno abituato: Giosuè Borghini – già il nome non evoca grandi miti – è gay ed è facile pensare che non fosse l’unico, anche se allora proprio non se ne parlava e, meno che mai, la Storia – quella con la S maiuscola, naturalmente – non ne contempla la possibilità. Il nostro, uno di Mille, tra loro ci finisce per caso, «per un brutto scherzo dei suoi amici».

Valerina Prina – quartopotere.com

 

GARIBALDI AMORE MIO

Il regista Alberto Oliva ha immaginato uno spettacolo che unisce al divertimento la riflessione sui temi della patria e del militarismo. Giosuè va controcorrente rispetto ai valori dei suoi contemporanei, avvicinandosi molto alla nostra sensibilità di oggi. Ma se è vero che, centocinquant’anni dopo l’impresa di unire l’Italia, i valori sono cambiati, è anche vero che gli Italiani sono rimasti gli stessi, con l’arte di sapersi sempre arrangiare, la voglia di stare allegri anche nei momenti peggiori, e, soprattutto, il gusto per la buona cucina.

mam-e.it

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