LABORATORIO DI TEATRO NELLE SCUOLE SUPERIORI
Traduzione Flavia Tolnay
con la collaborazione di Alberto Oliva
Regia Alberto Oliva
con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza
Assistente alla regia Francesca Prete
Scene e costumi Francesca Pedrotti
Realizzazione scene Ahmad Shalabi
Disegno luci Fulvio Melli
Datore luci Marco Meola
Direttore di produzione Antonella Ferrari
PRODUZIONE Litta Produzioni – MTM Manifatture Teatrali Milanesi
DEBUTTO Teatro Litta, Milano – 11 maggio 2010
Nella Germania appena uscita dalla guerra, due uomini soli s’incontrano tutte le mattine alle sei e trenta in un negozio di tabacchi. Uno ne è il proprietario, l’altro un professore ebreo. Entrambi si portano dietro un segreto e alcuni frammenti della Storia, che ha appena sconvolto e quasi annientato un popolo presente in tutto il mondo, con diverse nazionalità ma un’unica fede. Una Storia che impone ad entrambi di assumersi la responsabilità della loro appartenenza e a definire la loro posizione.
Attraverso un dialogo serrato e di forte tensione, in cui si rinfacciano reciproche colpe e si recrimina sui torti subiti, i due protagonisti arriveranno a scoprire chi sono veramente e quanto gli avvenimenti storici hanno condizionato la loro vita. La partita si gioca su un piano in cui è impossibile giudicare, in bilico tra la vita e la morte, la devastazione della guerra e le ipocrisie della ricostruzione.
Come la Storia ha segnato chi si sentiva non solo ebreo, ma anche cittadino dell’Europa? E un Ebreo ha ancora il diritto di sentirsi anche Tedesco?
É il dilemma dell’appartenenza, dell’etichetta, che ognuno si porta dietro da quando nasce e alla quale è costretto ad aderire o a ribellarsi, ma non può restare indifferente.
VENDITORE DI SIGARI (IL) – regia Alberto Oliva
Raccontare impone analisi spietate di se stessi, e il sentimento che si staglia netto in questa messinscena, curata con attenzione, dal giovane Alberto Oliva, è quello della impossibilità di riuscire a vivere per chi è sopravvissuto qualunque sia stata la sua storia.
Magda Poli – Corriere della Sera
La regia di Oliva è limpida e funzionale al testo. Affatto invasiva né tanto meno ingombrante, è un intervento delicato, finalizzato a far emergere un testo di grande intensità. Un’intensità scandita anche dalla sapiente scelta di musiche contrapposte e drammaturgicamente valide, quali quelle di Johann Sebastian Bach e Jakob Ludwig Felix Mendelssohn.
Monica De Giuli – teatro.persinsala.it
Preparati gli attori, bella la scenografia, consigliata al vasto pubblico, compreso agli studenti perché nessuno dovrebbe dimenticare l’orrore della guerra; un orrore che ripercorriamo negli occhi dei protagonisti.
Lucia Arezzo – weblombardia.info
“IL VENDITORE DI SIGARI”: DIALOGO SULL’IDENTITÀ TRA TERRA SANTA E SS
Il testo di Amos Kamil (in Italia messo in scena dal 2010 dal capace regista Alberto Oliva) non ci mette tanto davanti alla questione ebraica nel senso classico dell’Olocausto ma pone più che altro l’interrogativo sull’identità e sul chi siamo e se quello che ci accade attorno muti e trasformi la percezione che noi stessi abbiamo, ovvero se l’identità sia un dato immutabile per nascita e crescita o può crescere e modificarsi, essere cangiante e non precostituita e scolpita e tatuata.
Tommaso Chimenti – recensito.net