UN BALLO IN MASCHERA di Giuseppe Verdi

Direttore Marco Beretta

Regia Alberto Oliva

Allestimento scenico Carlo Guidetti

Personaggi ed interpreti:

Riccardo, Conte di Warwick, Governatore di Boston, Tenore Max Jota

Renato, creolo, suo segretario e sposo di Amelia, Baritono Massimiliano Fichera

Amelia, Soprano Ana Isabel Lazo

Ulrica, indovina nera, Contralto Alma Nobuko Nakayama

Oscar, paggio, Soprano Clara Byun

Silvano, marinaio, Basso Eugenio Bogdanovich

Samuel, nemico del Conte, Basso Giulio Alessandro Bocchi

Tom, nemico del Conte, Basso Eugenio Degiacomi

Un Giudice, Tenore Federico Bonghi

Un Servo d’Amelia, Tenore Federico Bonghi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO VERDI DI BUSSETO

DEBUTTO Teatro Verdi, Busseto – 02 novembre 2019

Un viaggio nel profondo di un’anima innamorata
Mi piace vedere “Un Ballo in maschera” come un viaggio interiore dentro l’anima dei protagonisti. La prima scena è solare, a tinte piene, con il tipico coro verdiano che riempie l’aria di note gioiose e pompose. Riccardo, in mezzo ai sudditi che lo coprono di richieste e suppliche, si sente a disagio, stufo e inadeguato. Riccardo è una specie di Amleto shakespeariano, che subisce la responsabilità di governare e non la cavalca. Sopraffatto da una passione travolgente, che non ha cercato, ma che gli è piombata addosso e lo ha completamente distratto dai suoi compiti istituzionali, è un uomo senza centro, perso e bisognoso di aiuto.

Seguendo il pretesto della possibile condanna di Ulrica, resta affascinato da questa strana creatura come un bambino di fronte a un nuovo gioco.
Comincia la girandola dei travestimenti: Riccardo sceglie il costume da pescatore per dare avvio al suo personale “Carnevale”, in cui i ruoli si ribaltano e il potente si diverte a fare il povero. Ma l’incontro con Ulrica è soprattutto, per Riccardo e per Amelia, l’inizio di un viaggio nel lato oscuro di loro stessi, nel profondo della loro anima.
Verdi sceglie l’ambientazione della “selva oscura” di dantesca memoria, simile anche al bosco del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, per ambientare il secondo atto dell’opera, che è una discesa negli inferi dell’anima. Dietro la patina favolistica della ricerca della magica erba dell’oblio, Amelia e Riccardo si ritrovano nei bassifondi dei loro istinti, in fuga dalle loro paure e irresistibilmente attratti dalla passione d’amore.

Quando riemergeranno da questo viaggio che li mette a confronto con la loro intima essenza, il ritorno alla realtà li chiama alla responsabilità: devono diventare adulti.
Ma non ne sono in grado, e decidono di mascherarsi ancora una volta, in un grande Ballo che ha le sembianze di una Danza di morte, una cerimonia rituale d’iniziazione destinata a finire male.

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