LA DANZA DELLA MORTE di August Strindberg

Regia Alberto Oliva
con John-Alexander Petricich, Marta Lucini, Chiara Zerlini, Andrea Fazzari
Consulenza storico/letteraria Andrea Bisicchia

PRODUZIONE Teatro Popolare Italiano e Teatro Out Off
DEBUTTO Teatro Out Off, Milano – 13 giugno 2012

“Forse quando la morte viene, la vita comincia”.

Non è Una danza macabra quella che vogliamo portare in scena, ennesimo tributo al grande Strindberg, ma La Danza della Morte, definitiva, autentica, assoluta. Così vogliamo rendere giustizia a uno dei più bei titoli della storia del teatro, che annuncia un grande dramma, estremo nel suo ballare sul filo tra la farsa e la tragedia, tra il dramma borghese e l’espressionismo astratto, ma soprattutto tra la vita e la morte…

La Danza della Morte è un vaudeville disperato in cui Edgar, capitano d’artiglieria che ha fallito la scalata al ruolo di maggiore e sua moglie Alice, ex attrice che ha dovuto abbandonare la carriera artistica per essere moglie e madre, si torturano a vicenda senza esclusione di colpi, rinchiusi in una torre rotonda al centro di un’isola abbandonata nel più remoto Nord Europa. Sono due incompiuti, ma non due falliti, perché in loro brucia ancora il fuoco della rivalsa, pronta a esplodere da un momento all’altro. La miccia si accende quando dal passato, dai loro ricordi di gioventù, ritorna Kurt, cugino della donna e ispiratore del loro matrimonio. Questo mite ispettore di quarantena, che sembra uscito dall’inconscio della coppia, arriva sull’isola e viene letteralmente risucchiato nella torre dalla forza diabolica di Alice, che lo seduce per esibirlo come trofeo al marito, con la speranza di risvegliarne la gelosia e il desiderio sessuale. Edgar a sua volta lo vampirizza, lo circuisce e inibisce per ribadire la sua superiorità di uomo, al punto che alla fine Kurt fugge, abbandonando la coppia al suo destino infernale.

 

La danza della morte, partita a scacchi tra Strindberg e Bergman

Una partita a scacchi, letteralmente: gli scacchi, di bergmaniana memoria, sono in scena al posto del gioco delle carte indicato nel testo originale. E la morte, che incombe di nero vestita per tutta la recita, ballerà sul finale un forsennato tip tap, ritmato al tempo del cablogramma che segna il colpo decisivo inferto da Alice al capitano.Lo spettacolo, che ha bei numeri registici ed è recitato da attori anagraficamente più giovani dei loro personaggi, cresce con il passare dei minuti.

Paolo Bignamini – ilsole24ore.com

 

“La danza della morte” di Strindberg al Teatro Out Off di Milano

è un’opera aperta a una pluralità di interpretazioni e di letture. La regia di Alberto Oliva sceglie di liberarla da qualsiasi residuo naturalistico e di puntare in modo deciso su una lettura di carattere simbolico. La torre rotonda in cui è ambientata diventa così una gabbia, simile a quella in cui si esibiscono le tigri di un circo o in cui si muovono le scimmie di uno zoo: uno spazio metaforico che – per citare le note di regia – si pone ad un tempo come “prigione”, come “protezione” e come “vetrina”.

Rinaldo Vignati – nonsolocinema.com

 

 

 

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