LA LEZIONE di Eugene Ionesco

Regia Alberto Oliva
Con Massimo Loreto, Marta Lucini e Anna Canzi
Scene e costumi Francesca Pedrotti
Assistente alla regia Chiara Zerlini

PRODUZIONE Spazio Tertulliano
DEBUTTO Spazio Tertulliano, Milano – 13 ottobre 2010

Spettacolo che ha inaugurato lo Spazio Tertulliano di Milano nell’ottobre 2010.

Sconvolgente quando apparve sulle scene nel 1951, La Lezione divenne subito un classico e ancora oggi è uno dei testi più conosciuti e rappresentati di Eugène Ionesco. Perciò, allestirlo ancora significa confrontarsi con alcuni dei più grandi attori e registi del secondo Novecento.

Un professore, all’apparenza timido e introverso, riceve in casa una giovane allieva per prepararla all’esame. Tra un’interrogazione di aritmetica e una lezione magistrale di filologia, esposta con ragionamenti deliranti, l’allieva viene lentamente stordita, nonostante le rapide incursioni della governante, che cerca di mettere in guardia il professore sui rischi di alcuni insegnamenti, che “conducono al peggio”.

Quanto avviene nel testo, si riproduce esattamente nei colloqui di lavoro, che molti giovani oggi devono drammaticamente sostenere. Il giovane promettente che chiede lavoro, all’inizio viene fatto oggetto di sperticati complimenti, vede esaltato il genuino entusiasmo e il prolifico curriculum. Successivamente viene irretito con lunghissimi giri di parole vuote e infine stordito con allettanti promesse, quindi arruolato al solo scopo di sfruttarne le giovani forze. Quando l’entusiasmo è completamente annientato e le energie produttive si sono esaurite, la giovane vittima viene fatta fuori.

 

La lezione di Ionesco apre lo SpazioTertulliano

“La prima volta che ho analizzato questo testo”, ammette Oliva, “mi sono chiesto cosa potessi farci. Non sapevo da dove cominciare, fino a quando non ho trovato una mia chiave di lettura: vorrei che quest’opera fosse una metafora di quella generazione di giovani vittime – innocenti o conniventi? – di quanti accampano il pretesto della grande crisi economica per chiudere porte in faccia”.

Silvia Pizzi – teatrimilano.it 

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